L’età media della popolazione si sta alzando anno dopo anno, costringendo a ripensare i sistemi di welfare per la terza età, compresi gli alloggi dedicati. Le RSA non sono infatti più l’unica opzione disponibile: il senior housing comprende diverse soluzioni adatte a tutte le necessità e ha l’obiettivo di rendere gli anziani il più indipendenti possibile e di farli sentire al sicuro. Ecco di cosa si tratta e qualche esempio di successo.

 

L’età media della popolazione si alza, anche a Modena

Gli ultra 80enni e gli ultra 90enni sono sempre più numerosi in Italia, in base a un trend di invecchiamento della popolazione dovuto ai progressi della medicina da una parte e al calo della natalità dall’altra. L’Istat ha fotografato questo quadro prevedendo sia un calo della popolazione – da 59,6 milioni di abitanti nel 2020 a 58 milioni nel 2030 a 54,1 milioni nel 2050 a 47,6 milioni nel 2070 – sia l’innalzamento dell’età media dai 45,7 anni del 2020 ai 50,7 del 2050, quando il rapporto giovani-anziani sarà di 1 a 3.

Questo decorso, oltre a rappresentare un problema per l’attuale sistema pensionistico, genererà un aumento delle richieste di servizi specializzati correlati alla terza età, compresi quelli abitativi. Oltre ad alzare l’età media, la medicina sta contribuendo a migliorare le condizioni fisiche degli anziani, che non necessariamente a un certo punto avranno bisogno di assistenza costante. Allo stesso tempo però è possibile che desiderino vivere in un ambiente su misura per loro, che li faccia sentire al sicuro e li faciliti nella vita quotidiana.

Il senior housing ha proprio quest’obiettivo ed è protagonista di un’indagine commissionata nel 2021 dalle cooperative di abitazione di Modena e di Ferrara (Abitcoop, Unicapi e Coop Castello), che ha sondato tra i diretti interessati le problematiche relative all’abitare durante la vecchiaia. Dalle interviste condotte a uomini e donne dai 55 anni in su tra Modena e Ferrara è emersa la necessità di sentirsi coinvolti nella progettazione delle soluzioni abitative, perché possano rispecchiare le loro reali necessità.

 

Cos’è il senior housing?

Si tratta infatti di una categoria di alloggio adatto alle esigenze specifiche di una popolazione anziana e comprende un range di soluzioni che si collocano tra l’indipendenza totale e l’assistenza 24 ore su 24. Ad accomunare le diverse soluzioni è però la particolare attenzione alla sicurezza, all’accessibilità e alla socialità degli ambienti domestici, che potrebbero non essere prioritarie in molte opzioni abitative convenzionali. Non sono perciò case di cura, ma piuttosto esempi di edilizia sociale. Nella maggior parte dei casi le abitazioni di questo tipo sono di piccole dimensioni e offrono sia privacy e indipendenza che spazi e servizi comuni, che evitano l’isolamento degli abitanti.

La solitudine e l’isolamento sono molto diffusi tra gli anziani, soprattutto se hanno difficoltà a uscire di casa da soli. Prevedere spazi di socialità direttamente nel loro complesso abitativo può aiutare a risolvere il problema. Ciò significa avere a disposizione ambulatori, lavanderie, trasporti, biblioteche, ma anche bar, palestre, laboratori creativi e aree relax in cui incontrare altre persone, continuare a coltivare le proprie passioni e, anzi, svilupparne di nuove. Tutto ciò in un ambiente sicuro e protetto, con l’aiuto e le cure che servono. Dall’altro lato, queste soluzioni non trascurano la necessità di intimità e privacy, che spesso vengono ridotte al minimo nell’ambito delle RSA, soprattutto nel caso di persone non autosufficienti.

Un aspetto fondamentale del senior housing è il suo inserimento al centro delle comunità e non ai margini, come troppo spesso accade con l’edilizia sociale e le RSA. Le abitazioni di questo genere dovranno perciò essere integrate nei centri urbani perché chi le abita possa continuare a sentirsi parte del tessuto sociale, invecchiando in modo attivo. Il senior housing non sostituirà perciò le RSA, che continueranno a essere indispensabili per le persone non autosufficienti, ma contribuirà a favorire in Italia le pratiche di co-housing, già molto diffuse all’estero non soltanto nell’ambito della terza età.

 

Com’è fatta un’abitazione di senior housing?

Come emerge anche dall’indagine condotta nel Modenese e nel Ferrarese, oltre alla volontà di essere inclusi nella comunità e di disporre di spazi e momenti comuni, i diretti interessati hanno espresso la necessità di ambienti domestici flessibili, personalizzabili e tecnologici. Flessibili per poter essere riarrangiati se le condizioni fisiche di chi li abita dovessero cambiare e dunque necessitare di soluzioni diverse. In generale, sarà importante progettare spazi privi di barriere architettoniche e di dimensioni ridotte per poter essere gestiti facilmente. Ma la metratura contenuta sarà compensata dall’alto livello di personalizzazione e tecnologizzazione, che danno vita a un ambiente sicuro e confortevole.

La domotica per anziani o per persone fragili è in crescita esponenziale e offre già mltissime soluzioni in grado di assicurare alla persona una vita tanto monitorata quanto indipendente. Ci sono i sensori di movimento che rilevano le cadute chiamando un numero di emergenza, i frigoriferi che fanno la spesa in automatico all’esaurirsi delle scorte di cibo, i letti che monitorano la qualità del sonno e poi il campo della telemedicina, con dispositivi di monitoraggio indossabili e visite online.

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