Si sa ormai che sfruttare energia rinnovabile prodotta da impianti fotovoltaici o da pompe di calore fa risparmiare, diminuisce le emissioni e aumenta la resilienza rispetto alle crisi energetiche. Ma cosa accade se questi due sistemi vengono abbinati? Si annulla il caro bollette e si dà una forte spinta alla transizione energetica dell’edilizia. Ecco come.

 

Quanto si risparmia con fotovoltaico e pompe di calore?

Il ruolo del solare fotovoltaico in combinazione con soluzioni di riscaldamento basate sull’elettricità, come le pompe di calore, è protagonista del report Solar Power Heats 2023 di SolarPower Europe. Nel rapporto si esaminano infatti tre mercati europei particolarmente dipendenti dalle fonti di energia fossili – Germania, Spagna e Italia – e si dimostra che l’abbinamento dei due metodi consente alle famiglie di ridurre l’uso del gas e la dipendenza da esso risparmiando sulle bollette dell’elettricità e del riscaldamento.

Si rileva infatti che i proprietari di pannelli fotovoltaici residenziali di medie dimensioni e pompe di calore hanno goduto di notevoli risparmi sulle bollette energetiche nel 2022, un anno che, a causa degli strascichi del Covid e dell’inizio del conflitto in Ucraina, ha messo a dura prova gli Europei rispetto al costo dell’energia. Grazie al fotovoltaico, le famiglie hanno risparmiato fino al 64% in bolletta, annullando di fatto i rincari. Ma nei casi in cui il fotovoltaico era abbinato alle pompe di calore i risparmi sono saliti all’84%.

Il risparmio finale dipende da molti fattori, dal tasso di rincaro dell’energia alle condizioni meteo nell’area considerata, ma parlando dell’Italia la media di risparmio per chi aveva a disposizione fotovoltaico e pompa di calore è stata di 3766 euro, la più alta nell’ambito dei mercati analizzati. Ciò significa che alimentare la climatizzazione domestica abbinando questi due sistemi converrebbe anche una volta rientrata la crisi e in presenza di prezzi del gas pre-crisi.

I profili di carico del solare fotovoltaico e delle pompe di calore si abbinano sorprendentemente bene durante tutto l’anno, soprattutto in combinazione con un serbatoio di accumulo dell’acqua. Ecco perché è soprattutto l’unione tra i due a ridurre la bolletta energetica delle famiglie, avvantaggiando anche il sistema energetico nel suo complesso. Trasforma infatti la domanda di energia elettrica in ore di elevata produzione di energia rinnovabile.

 

Come ridurre la dipendenza dal gas

Questi numeri sono a maggior ragione incoraggianti se si considera che la preferenza delle fonti rinnovabili su quelle fossili non è soltanto una questione di risparmio economico e di maggiore sostenibilità. È anche argomento geopolitico, dato l’imperativo di ridurre rapidamente la domanda di gas fossile per emanciparsi dalle importazioni. È perciò importante che i responsabili politici intraprendano azioni decisive ora, se vogliono promuovere i vantaggi delle case senza gas per la popolazione. Il report propone a tal proposito 5 misure essenziali per ridurre i tempi di recupero dell’investimento richiesto per i nuovi impianti:

  1. Livellare il mercato ponendo fine a tutti gli aiuti finanziari per l’uso residenziale del gas e imponendo tasse sui combustibili fossili. I governi potrebbero inoltre introdurre schemi di compensazione per bilanciare i costi più elevati per le famiglie a basso reddito.
  2. Offrire prestiti a tassi di interesse bassi per tecnologie come il solare fotovoltaico e le pompe di calore.
  3. Aumentare il supporto per investimenti combinati in impianti solari fotovoltaici e pompe di calore. In un contesto inflazionistico con alti tassi di interesse e alti costi di manodopera, infatti, un supporto è fondamentale per ridurre i tempi di ritorno dell’investimento
  4. Promuovere l’autoconsumo collettivo.
  5. Affrontare la carenza di competenze di installatori ed elettricisti istituendo programmi di formazione e miglioramento delle competenze. Queste carenze stanno infatti aumentando i prezzi per le famiglie e rallentano la diffusione di tecnologie chiave per la transizione energetica.

 

Lo scenario energetico europeo

L’Europa sta attraversando una crisi energetica senza precedenti, aggravata dagli alti prezzi del gas fossile aumentati in seguito all’invasione russa dell’Ucraina e all’uso come arma delle forniture di gas fossile all’Europa. Gli Stati membri dell’UE hanno speso circa oltre 650 miliardi di euro per tutelare i consumatori dall’aumento dei costi energetici dall’inizio della crisi energetica. I prezzi del gas sono recentemente diminuiti, ma quelli delle importazioni sono ancora superiori ai livelli prebellici e potrebbero tornare a livelli più elevati nel 2023, a seconda delle condizioni meteorologiche e degli sviluppi geopolitici.

Nella sua relazione del dicembre 2022, l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha perciò esortato i leader dell’UE ad accelerare ulteriormente la transizione energetica, se vogliono evitare una crisi nell’approvvigionamento di gas entro il prossimo inverno. I combustibili fossili continuano infatti a dominare il riscaldamento nel settore residenziale in tutta Europa: nel 2020 il gas naturale è stato utilizzato per il 74,6% del riscaldamento degli ambienti. L’AIE consiglia a tal proposito all’Europa di distribuire almeno 60 GW di nuova potenza solare nel 2023 per compensare le carenze di gas. Con le giuste condizioni, l’UE a potrebbe persino andare oltre, ma soltanto se agisce subito, in sinergia con i governi nazionali, con le aziende e con i consumatori.

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