I servizi di eHealth possono migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria, ma soltanto se sono essi stessi accessibili a tutti, in linea con la legislazione e i principi dei diritti umani. Nel contesto della sanità elettronica, in particolare, l’accessibilità si riferisce alla misura in cui tutti gli utenti possono accedere e utilizzare i servizi digitali per ottenere il risultato desiderato. Ma questi servizi, valutati attentamente, non sono completamente accessibili per tutti, soprattutto per le persone con disabilità.

Le barriere nella progettazione digitale possono dunque porre limiti alla partecipazione all’eHealth. È infatti noto che gli utenti digitali sono generalmente più giovani, più istruiti, più ricchi, vivono in città, hanno naturalmente una maggiore alfabetizzazione in materia di eHealth e hanno anche meno diagnosi croniche rispetto ai non utenti. Come allargare allora l’accessibilità ai servizi e ai dispositivi dell’eHealth per rendere davvero la sanità più accessibile a tutti?

 

eHealth e sanità

La sanità è protagonista dell’obiettivo 3 di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, che mira a «Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età». In particolare, il target 8 invita a «Conseguire una copertura sanitaria universale, compresa la protezione da rischi finanziari, l’accesso ai servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità e l’accesso sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti». È evidente perciò come non possa esistere uno sviluppo sostenibile che non sia anche inclusivo e accessibile.

Nell’ambito della twin transition green e digital la digitalizzazione ha proprio il ruolo di facilitare la transizione verso un mondo più sostenibile e quello sanitario è uno dei suoi principali ambiti di azione. L’eHealth è un campo emergente nell’intersezione tra informatica medica e sanità in cui i servizi sanitari vengono migliorati grazie all’utilizzo di Internet e delle tecnologie digitali che ne fanno uso. In un senso più ampio, il termine caratterizza non solo uno sviluppo tecnico, ma anche un nuovo atteggiamento, un impegno per un pensiero globale in rete che migliorari l’assistenza sanitaria a livello locale, regionale, nazionale e sovranazionale utilizzando le ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione).

 

I requisiti per l’accessibilità

Le difficoltà percepite dalle persone rispetto all’eHealth possono essere di diversa natura, anche sulla base di determinate disabilità di cui gli individui sono portatori. È però indubbio che per le persone con disabilità intellettive o motorie gli strumenti che l’eHealth mette a disposizione sono meno accessibili. “Accessibilità” significa infatti che un prodotto può essere utilizzato da tutti, senza alcuna distinzione. E ciò include naturalmente anche chiunque si sposti in sedia a rotelle, le persone non vedenti o ipovedenti, quelle con daltonismo, sordità, disabilità cognitiva o difficolta nella comunicazione, nel linguaggio e nel calcolo.

A maggio del 2022, con il Decreto 82/2022 entrato in vigore il 16 luglio, l’Italia ha attuato la Direttiva UE 2019/882 sull’European Accessibility Act (EAA), che ha lo scopo di rimuovere gli ostacoli all’accessibilità di prodotti e servizi per le persone con disabilità. Come? Armonizzando i requisiti di accessibilità in tutto il mercato unico e garantendo che tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro capacità, possono godere dei suoi benefici.

I produttori devono perciò garantire che i prodotti siano stati progettati e fabbricati conformemente ai requisiti di accessibilità applicabili, sottoporsi a una procedura di valutazione della conformità dei prodotti, redigere una dichiarazione di conformità UE attestante il rispetto dei requisiti e apporre la marcatura CE. Gli importatori devono assicurarsi che il produttore abbia rispettato i requisiti di cui sopra prima di immettere sul mercato i suoi prodotti. I distributori devono verificare che il prodotto rechi la marcatura CE e che sia accompagnato dai documenti richiesti. I prestatori di servizi devono predisporre le informazioni necessarie per soddisfare i requisiti di accessibilità, in forma scritta e orale e in modo accessibile alle persone con disabilità.

 

Migliorare l’accessibilità dell’eHealth

L’obiettivo è di estendere a partire dal 2025 lo stesso sistema a tutti i privati che producano siti web e prodotti digitali, compresi quelli per l’eHealth. Secondo le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) un sito web deve presentare 4 caratteristiche per essere accessibile a persone con disabilità: deve essere percepibile, utilizzabile, comprensibile e robusto. Nello specifico, deve rendere le informazioni disponibili mediante più di un canale sensoriale, deve presentarle in modo comprensibile e percepibile per tutte le categorie di utenti, deve fornire caratteri di dimensioni e forme idonee e un contrasto sufficiente. Ogni prodotto digitale per l’eHealth dovrà allo stesso modo essere costruito in modo tale da non mettere in difficoltà i suoi utenti.

Le persone con disabilità in Italia sono più del 5% del totale della popolazione, ma aggiungendo limitazioni minori come daltonismo, ipovisione e ridotte capacità auditive si arriva al 20%. Valori che probabilmente si alzeranno all’aumentare dell’età media della popolazione e che diventano ancora più significativi se si pensa che sono proprio le persone più anziane ad avere necessità più frequenti di interfacciarsi con la sanità pubblica. Rendere più accessibile la sanità significa renderla più inclusiva, non con l’obiettivo di non incorrere in sanzioni, ma con quello di fornire una migliore customer experience, il che nel caso della salute si rivela particolarmente importante.

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