La salvaguardia della salute e della sicurezza di chi abita in condominio e di chi ci lavora è una delle più grandi sfide per l’amministratore, che ha il ruolo di responsabile legale dello stabile e, nel caso in cui il condominio abbia dipendenti, anche di datore di lavoro. Si tratta di un diritto garantito dalla costituzione (art. 32) e naturalmente di una delle maggiori preoccupazioni di condòmini e lavoratori. Nell’ambito della rivoluzione dell’idea di condominio che si vorrebbe attuare in ottica sostenibile, perciò, avrà una parte importante quando non prioritaria. Ma quali sono le potenziali occasioni di pericolo o di disturbo per abitanti e frequentatori del condominio?

 

La salute dei condòmini

Non c’è niente di più importante che sentirsi sicuri a casa propria. Per questo non si può certamente evitare di attrezzare il condominio con strumenti di base atti a prevenire incidenti, affrontare emergenze o semplicemente a creare ambienti più sani. Tra questi, la segnaletica e le uscite di sicurezza, gli estintori, gli allarmi, le cassette di primo soccorso, le colonnine dispenser igienizzanti e i DAE (defibrillatori semi-automatici).

Ma le misure da prendere o i potenziali problemi da risolvere vanno ben oltre il posizionamento di dispositivi di sicurezza preventivi. Relativamente alla messa in sicurezza degli spazi comuni del condominio è necessario assicurarsi che non ospitino pericoli per i condòmini. Ciò significa che l’amministratore, diretto responsabile, è tenuto non solo a richiedere il rilascio del certificato di prevenzione incendi, ma anche a verificare la conformità degli impianti elettrici e a gas, a manutenere la canna fumaria, a disporre una bonifica da amianto nel caso in cui ne venga riscontrata la presenza e, in generale, ad adoperarsi per scoprire e segnalare qualunque anomalia richieda un intervento.

Non bisogna poi dimenticare il tema dell’accessibilità da parte delle persone portatrici di disabilità, un aspetto ancora troppo trascurato in Italia. Le barriere architettoniche sono in grado di limitare o complicare fortemente i movimenti di chi ha difficoltà motorie e/o utilizza la carrozzina. Se il condominio non è stato progettato tenendo conto delle loro esigenze, dovrà essere adattato nel caso in cui vi si trasferisca una persona disabile. Ciò potrebbe significare doverlo dotare di rampe d’accesso, allargarne l’ascensore, eliminare dislivelli e qualunque altra operazione volta a far sentire al sicuro anche chi ne ha più bisogno, dando a tutti la possibilità di vivere serenamente in condominio.

Infine, all’amministratore non resta che occuparsi di eventualità che non riguardano direttamente la struttura o l’impiantistica del condominio, ma piuttosto i comportamenti di singoli condòmini o di inquilini, lavoratori o attività siti in palazzi adiacenti. Tra questi, la produzione di rumori o di odori molesti, il getto pericoloso di cose da finestre o balconi e, non da ultimo, i casi di stalking condominiale.

 

Il Condominio Cardioprotetto di ANACI

Quando si parla di salute e sicurezza in condominio non si può evitare di concentrarsi su un aspetto ancora troppo sottovalutato rispetto alla sua incidenza media: gli arresti cardiaci che avvengono tra le mura domestiche, ovvero il 70% del totale. Come accennato, tra le misure di sicurezza di base da prendere per prevenire incidenti dovrebbe esserci anche l’installazione di un DAE, la cui diffusione nei condomini al momento è tuttavia molto limitata rispetto all’utilità. Sta agli amministratori, perciò, sensibilizzare i condòmini relativamente all’importanza capitale di avere un DAE fuori dalla porta in caso di arresto cardiaco. Utilizzare un defibrillatore entro i primi 5 minuti dall’infarto, alternandolo con un massaggio cardiaco, è infatti l’unico modo per tenere in vita la persona mentre si attende l’ambulanza.

Ecco perché nel 2019 ANACI ha dato vita al progetto Condominio Cardioprotetto, con l’obiettivo di promuovere tra gli amministratori associati e, di conseguenza, tra i condòmini una nuova cultura della sicurezza, che non può prescindere dalla prevenzione. L’amministratore ANACI diventa così un vero e proprio Ambasciatore di Vita, impegnato nel diffondere una soluzione che abbasserebbe dell’80% il tasso di mortalità degli arresti cardiaci. Ma nella sua missione sarà indispensabile l’aiuto dei condòmini, pronti a recepire la novità e a utilizzarla per salvare la vita dei vicini.

La tutela della salute e della sicurezza dei condòmini è un passaggio fondamentale del dell’iniziativa ANACI di più ampio respiro denominata “Condominio social smart”, un progetto che mira a delineare il condominio del futuro, sicuro, efficiente e confortevole. Nel 2020 al Condominio Cardioprotetto si è affiancato al che il piano per lo Studio Cardioprotetto, con l’obiettivo di diffondere i DAE anche negli studî degli amministratori di condominio, rendendoli veri e propri punti di riferimento per la sicurezza delle città e dei cittadini.

 

La sicurezza dei lavoratori

Per quanto riguarda la tutela della sicurezza di chi lavora in condominio, le norme in di riferimento sono contenute nel Decreto Legislativo 81/08, il Testo unico per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Siano essi dipendenti dello stabile o di una ditta esterna chiamata per manutenzioni, riparazioni o ristrutturazioni, l’amministratore deve assicurarsi che siano in grado di fare il loro lavoro in sicurezza.

Per quanto riguarda i dipendenti del condominio (portieri, giardinieri, guardie o addetti alle pulizie), e dunque dell’amministratore, quest’ultimo è tenuto a nominare un RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) e un medico di riferimento, a fare una valutazione dei rischi (art. 17 del Testo unico) e a produrre un documento di valutazione dei rischi (artt. 28-29). Ma è anche obbligato a formare, informare e aggiornare i lavoratori (artt. 36-37) sui rischi connessi alla loro attività e del condominio in generale, sulle procedure di primo soccorso, di lotta antincendio e di evacuazione e sulle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione.

Rispetto ai dipendenti di un’altra ditta (o ai lavoratori autonomi) cui il condominio si affida per determinati lavori, l’amministratore ha invece l’obbligo di verificarne l’idoneità professionale richiedendo la documentazione che comprovi la conformità al Testo unico. Come committente e come responsabile dei lavori, dovrà inoltre richiedere il POS (Piano Operativo di Sicurezza) e verificare che vengano rispettate le norme di sicurezza.