È sempre più evidente: la produzione di elettricità da fonti rinnovabili sarà il motore della transizione energetica e del raggiungimento degli obiettivi climatici al 2030 e al 2050. Ma per conservare l’elettricità in attesa di utilizzarla sono indispensabili batterie e sistemi di accumulo, tecnologie complesse e difficili da smaltire, che presentano una filiera tutt’altro che green. Anche l’Europa è attenta al tema e ha adottato un testo che ridisegna la normativa relativa alla produzione di batterie green.

 

Lo state dell’arte delle tecnologie green

È importante che gli sforzi della ricerca e gli investimenti delle istituzioni oggi si concentrino su tutte le tecnologie cardine della transizione che presentano ancora criticità a livello di sostenibilità. Le principali critiche mosse agli impianti e ai dispositivi per la produzione di energia sostenibile – pannelli fotovoltaici e solari termici, turbine eoliche, batterie, pompe di calore… – sono:

  • il loro costo di installazione proibitivo per molte famiglie
  • la mancata giustificazione dell’investimento iniziale rispetto ai magri risparmi sui consumi e in bolletta
  • i dubbi sulla loro reale ecosostenibilità, data la complessità della loro filiera, dal momento dell’estrazione delle materie prime a quello dello smaltimento o eventuale recupero

I primi due punti sono legati e mentre si lavorerà per rendere più sostenibili dal punto di vista economico gli impianti sarà anche necessario massimizzarne l’efficienza. Non solo intervenendo sulle tecnologie, che oggi sono già giunte a un alto livello, ma anche formando professionisti in grado di installarle in modo da massimizzarne le performance e sensibilizzando i consumatori sulla necessità di adottare comportamenti più sostenibili.

Il terzo punto è forse il più complesso da affrontare perché richiede una concertazione di sforzi da parte di tutti gli attori della filiera. I problemi sorgono già a livello di estrazione dei materiali, in un periodo in cui oltretutto le materie prime scarseggiano in tutti i settori. Le tecnologie della transizione sono infatti composte in molti casi da minerali e terre rare complessi da estrarre e sempre più scarsi. Sono poi frutto di lavorazioni complesse e, soprattutto, arrivate a fine vita sono difficili da riciclare.

Data l’imprescindibilità di questo genere di impianti e l’impossibilità, almeno ad oggi, di progettarli in maniera alternativa, l’unica soluzione è la circolarità. Tra 10 anni, infatti, ci troveremo a che fare con migliaia di tonnellate di pale, eoliche, pannelli, batterie esauste da smaltire o, piuttosto, da recuperare. Conviene perciò iniziare a pianificare in anticipo le azioni necessarie a rendere più green la loro filiera, in modo da facilitarne il recupero e il riutilizzo.

 

La proposta UE per le batterie green

Rendere le batterie più green, cioè riciclabili, significa impostare la loro produzione in modo da semplificare il compito a chi le prenderà in gestione a fine vita. Ciò significa renderle facilmente disassemblabili in diversi componenti e rendere questi ultimi riutilizzabili, perché sopperiscano alla necessità di fabbricare continuamente nuove batterie e perciò alla carenza di materie prime. Il Parlamento Europeo si sta concentrando proprio su questo tema, riconosciuto come fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal.

Per incentivare una gestione circolare delle batterie ha sollecitato l’introduzione di regole relative alle etichette contenenti informazioni sulla loro impronta di carbonio relativa all’intero ciclo di vita. Sarà necessario definire un valore massimo di quest’ultima e livelli minimi di litio, nichel, piombo e cobalto da recuperare dalle batterie esauste per riutilizzarli.

Inoltre, ha chiesto di introdurre una categoria di batterie specifica per mezzi leggeri (scooter e bici elettriche) che siano facili da rimuovere da parte di consumatori e operatori. Entro il 2024 ci si auspica che tutte le batterie di questo genere, destinate anche a device portatili, siano progettate in quest’ottica.

A livello di target di raccolta, entro il 2025 bisognerà raggiungere l’obiettivo del 70% delle batterie portatili recuperate e dell’80% entro il 2030. Sempre entro il 2025 si dovrà raccogliere almeno il 75% delle batterie dei mezzi di trasporto leggeri (85% entro il 2030), nonché l’interezza dei rifiuti prodotti a partire dalle batterie delle auto, dei veicoli elettrici e da quelle industriali.

Ma non esiste soltanto la sostenibilità ambientale. Nel testo del Parlamento UE si sollecita infatti l’industria a dar vita a una filiera sostenibile anche dal punto di vista sociale, perché rispetti i diritti umani e la due diligence. Infine, data l’urgenza della situazione e la velocità dei cambiamenti, sarà necessario formare rapidamente professionisti in grado di riciclare in tutta sicurezza le terre rare.

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