Tra le azioni più concrete che un semplice cittadino può compiere a tutela del clima e dell’ambiente c’è il rinnovo del proprio impianto di riscaldamento tradizionale a favore di uno innovativo e sostenibile. È infatti noto come i sistemi di riscaldamento delle stanze e dell’acqua (unitamente a quelli di condizionamento) siano i principali responsabili dell’inquinamento dell’aria delle città. Secondo il report di Elemens per Legambiente e Kyoto Club “Una strategia per la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici in Italia”, il 67% dell’energia che confluisce alle nostre case è destinata al riscaldamento. E in Italia le principali fonti utilizzate sono ancora il gas naturale (58%), le biomasse solide (28%) e addirittura il petrolio (8%).

Ma c’è un fattore che aggrava ulteriormente il problema, nel momento in cui la tutela dell’ambiente costituisce una lotta contro il tempo: gli impianti di riscaldamento hanno una durata media di più di 20 anni. Ciò significa che chi oggi acquista una caldaia a gas probabilmente non la dismetterà prima del 2040, contribuendo di fatto a diminuire la possibilità di raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e dell’accordo di Parigi. Ecco perché non possiamo più rimandare una scelta sostenibile.

Anche Modena, a partire dal suo PAESC (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima), si dimostra allineata con l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030, dopo averle ridotte già del 28% dal 2009 al 2018. Nel caso del riscaldamento, la decarbonizzazione del settore dipende direttamente da noi e può andare di pari passo con un risparmio concreto e il miglioramento della salute di tutti. A tal proposito, è utile fare una panoramica di confronto dei metodi di riscaldamento ad oggi disponibili.

 

Come scegliere l’impianto ideale?

I fattori da considerare quando ci troviamo a scegliere un metodo di riscaldamento per casa nostra sono tanti e riguardano aspetti diversi dell’abitazione:

  • posizione, sia per quanto riguarda l’orientamento e l’esposizione della struttura sia rispetto all’ambiente e alla zona climatica in cui è inserita.
  • Tipologia dell’abitazione, singola o in condominio.
  • Dimensione e struttura dell’abitazione, dalle quali dipende la potenza richiesta per il suo riscaldamento.
  • Abitudini di utilizzo, un fattore tanto personale quanto influente, da considerare attentamente per evitare sprechi.
  • Fonte rinnovabile più disponibile in zona. L’ideale sarebbe autoprodurre l’energia necessaria ad alimentare l’impianto a partire da fotovoltaico, eolico o geotermia.

Una volta fatte le dovute considerazioni rispetto a questi fattori, si potrà scegliere il metodo più adatto. A prescindere dalla tipologia di riscaldamento prescelto, bisognerà però assicurarsi che la sua alimentazione sia sostenibile, a base di fonti rinnovabili e a emissioni zero. Ad oggi è possibile raggiungere questo risultato principalmente utilizzando una pompa di calore terra-acqua, acqua-acqua o aria-acqua, dei pannelli fotovoltaici oppure l’elettricità, sempre prodotta a partire da fonti rinnovabili.

 

Tipologie di riscaldamento sostenibile

Fatta questa premessa, ecco 7 tipologie di impianti di riscaldamento da considerare:

  • Riscaldamento elettrico. Il riscaldamento mediante stufe, termosifoni, termoventilatori o radiatori elettrici è ideale per case di piccole dimensioni, sempre che l’elettricità sia prodotta a partire da fonti rinnovabili. Ma con l’elettricità è possibile alimentare anche i sistemi a pavimento, soffitto, parete e battiscopa.
  • Riscaldamento a pavimento. Una rete di tubi posizionati sotto il pavimento, in cui scorre acqua calda, irradia calore nella stanza in modo uniforme e continuo. La temperatura dell’acqua è regolabile, l’abitazione viene scaldata in modo omogeneo, senza punti più caldi o più freddi, si abbassa il livello di umidità e l’estetica della casa ne giova, perché il sistema è completamente invisibile.
  • A soffitto. Si tratta di un sistema radiante che diffonde calore in modo omogeneo a partire da un circuito idraulico posta sul soffitto e nascosta da un controsoffitto che favorisca la conduzione del calore.
  • A parete o a battiscopa. Le tubature sono nascoste all’interno delle pareti o nella loro parte bassa, a contatto con il pavimento. Nel secondo caso, l’aria calda fuoriesce attraverso il piccolo spazio tra il battiscopa e la parete, con l’unico svantaggio di sollevare in aria la polvere.
  • Riscaldamento a zeolite. Un metodo innovativo ed ecologico che si basa sulle proprietà fisiche e chimiche della zeolite. All’interno di una caldaia apposita, le sfere del minerale vengono bagnate con acqua calda e sprigionano calore fino a 80°C. Le proprietà della zeolite rimangono inalterate per almeno 300 anni, perciò non sarà necessario sostituirla.
  • A solare termico. Alternativa completamente sostenibile alle caldaie, i pannelli solari sono utili per riscaldare direttamente sia l’aria che l’acqua accumulando calore. Lo fanno trasformando l’energia solare in energia termica, a partire da un collettore solare e attraverso un generatore di integrazione e una centralina di controllo. Attenzione: sono diversi (e più efficienti) rispetto all’impianto fotovoltaico, che invece di accumulare calore, trasforma i raggi del sole in corrente elettrica.
  • A infrarossi. Dei pannelli radianti emettono raggi infrarossi. Possono essere montati in qualunque punto della stanza e impiegano onde elettromagnetiche non rischiose per la salute, con il vantaggio di non utilizzare l’aria come tramite del calore e dunque di garantirne una migliore qualità.

La costante in tutti questi metodi di riscaldamento innovativi e sostenibili è economica. A fronte di un maggiore costo di installazione, si potrà contare su un risparmio concreto in bolletta, che permetterà di ammortizzare rapidamente l’investimento tutelando l’ambiente e migliorando la qualità dell’aria delle nostre città.