Se c’è un settore in cui Modena può dirsi leader in Italia per innovazione e qualità è quello dell’automotive e della mobilità elettrica. Sita al centro della cosiddetta “Motor Valley” emiliano-romagnola, che raccoglie case automobilistiche di eccellenza mondiale, è essa stessa sede di progetti sperimentali nel campo delle automobili e dell’e-mobility che la proiettano verso nel futuro dei trasporti su strada. Tra questi, il Motor Valley Accelerator, che ha già presentato i risultati del primo anno di lavoro.

 

Il Motor Valley Accelerator di Modena

Come sottintende il nome, il Motor Valley Accelerator è un acceleratore dell’innovazione nell’automotive. Primo del suo genere in Italia, è nato a Modena nel 2020 da un’iniziativa di CDP Venture Capital con l’obiettivo di connettere aziende, istituzioni e start up per creare valore attraverso la ricerca tecnologica. È gestito da CRIT, centro di ricerca e analisi di informazioni tecnico-scientifiche che supporta l’innovazione, e Plug and Play, piattaforma di innovazione e investitore early stage.

Le 9 start up scelte per il 2021 tra 100 candidate sono state le italiane Ohoskin, Reefilla, Novac, 2electron, Carchain, Green Independence e Hexadrive Engineering, la croata REEV e la russa Invisens. Le ultime due hanno persino spostato la sede in Italia per poter candidarsi al programma. Ogni start up si occupa di un aspetto diverso della mobilità, ma sono tutte accomunate dall’approccio innovativo e teso alla sostenibilità economica e ambientale. Insieme, hanno partecipato all’expo day del 23 novembre scorso, presentando i risultati del primo anno di lavori. Ma da dicembre sono già aperte le candidature per il 2022: chi verrà scelto entrerà a far parte del programma di accelerazione di quest’anno e beneficerà di un investimento di 100mila euro.

<Motor Valley Accelerator rappresenta uno degli snodi fondamentali della Rete Nazionale Acceleratori CDP, che si sta espandendo su tutto il territorio nazionale per costruire un network di startup che sappiano abbracciare l’innovazione e di forti attori che garantiscono investimenti e impatto territoriale>, evidenzia il Presidente di CDP Venture Capital Francesca Bria. <La risposta che Motor Valley Accelerator sta avendo in termini di adesione da parte del nostro tessuto produttivo e la qualità delle startup coinvolte dimostrano l’ambizione di questo ecosistema industriale nel cercare sempre nuove soluzioni alle sfide del futuro, in primis l’innovazione sostenibile, la transizione ecologica e quella digitale>

 

A che punto è la transizione elettrica della mobilità?

L’elettrificazione della mobilità deve essere una priorità assoluta delle istituzioni e delle aziende del settore, dato il suo impatto ambientale. Ma per affrontare la transizione nell’automotive servirà un approccio sistemico a livello sovranazionale. Lo sottolinea anche il New Urban Mobility Framework, appena pubblicato dalla Commissione Europea con lo scopo di rendere i trasporti più sostenibili da ogni punto di vista.

Una ricerca curata da Motus-E, Anfia, Anie Federazione, Ancma e dall’Università di Ferrara ha invece indagato lo stato dell’elettrificazione della filiera automotive proprio a partire da interviste condotte alle aziende della Motor Valley. Lo studio si è concentrato in particolare <sull’aspetto della transizione, dei cambiamenti che stanno avvenendo e che ci servono a definire le politiche industriali a supporto di questa filiera>, ha dichiarato il Professor Giorgio Prodi dell’Università di Ferrara.

Individuate le imprese da inserire in quattro categorie in base alla consapevolezza e all’avanzamento della transizione, il team di ricerca ha sottoposto loro una serie di domande volte a indagare gli elementi fondamentali per il loro riposizionamento in chiave elettrico-sostenibile. È emerso che chi è più avanti nel processo non può fare a meno di ricerca&sviluppo (100%), avanzamento tecnologico (88%) e formazione (63%). Ma allo stesso tempo c’è chi sente la mancanza di un quadro normativo e regolatorio preciso e stabile (30%) e di liquidità per gli investimenti (29%).

Senza contare i problemi che affliggono strutturalmente l’Europa e, soprattutto, l’Italia, rallentando il lavoro. <Da una parte c’è un problema legato alla ricerca di base, dove Italia ed Europa sono abbastanza indietro; dall’altra un problema di ricerca applicata, dove le difficoltà sono legate alla carenza di risorse e ai tempi di reazione, che sono molto rapidi; infine, c’è il tema della formazione, dove è necessario preparare un’offerta numericamente adeguata>.

 

Un focus sulla Motor Valley

Nella Motor Valley sono le aziende produttrici di macchinari a trovarsi più avanti nel percorso di transizione. Pr quanto riguarda le criticità del processo, queste hanno riscontrato l’aumento della rapidità e del rischio negli investimenti. Ma anche la carenza di persone preparate, più che di competenze, e la lontananza dei fornitori, siti principalmente in Asia. Si tratta, in realtà, di problemi comuni a tutta la filiera e quindi anche alle aziende militanti nei settori della componentistica, dei servizi e dell’assemblaggio.

Per risolverli sarà necessario:

  • intensificare e velocizzare la ricerca e il perfezionamento delle tecnologie
  • orientare la formazione nelle imprese, nelle scuole e nelle università verso gli ambiti più carenti, potenziando i dottorati industriali e la formazione ITS
  • trovare fornitori vicini
  • incentivare l’assunzione di personale giovane ed esperto grazie alla defiscalizzazione, ma anche l’avvio di una riconversione produttiva con contributi anticipati o a fondo perduto oppure l’aggregazione di più imprese
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